
L’ORATORIO DI SAN ROCCO (CANTONE FILA)
Per il fatto che non è mai nominato nelle Visite Pastorali del secolo XVI e neppure in quella del 1606, che è la più completa, si può supporre che le sue origini risalgano ai primi decenni del ‘600 e probabilmente siano da collegarsi alla peste manzoniana del 1630. Durante la Visita Pastorale del 1661 fu trovato ancora in costruzione, in quanto mancava il muro della facciata: «Visitavit orat.um sub tit.° S. Rochi in Cantono detto del fila quod est fornicatum et pavimentatum; Deest in eo murus frontispicij cuius loco adsunt cancelli lignei, qui non pertingunt ad fornicem jussit tamen aptari tabulas ita ut reparetur et deffendatur a ventis. fenestra omino aperta appond. telare tela cerata. Habet petram sacratam ad prescriptum sed mappe non sunt ad prescriptum; cetera habet pro sacro faciendo bene distosita. Prior d.i oratorij est … (manca il nome) dicti loci et reddit rationes quot Annis in manibus R. Parrochi».
In quella del 1665 si lamentava ancora la mancanza del muro della facciata e si annotava che in esso si celebrava nel giorno della festa del titolare e alcune altre volte per devozione e che possedeva due appezzamenti di terreno.
Nel 1671 i frazionisti giustificavano la mancanza del muro di facciata con l’intenzione di ampliare l’oratorio: «Oratorium S.ti Rochi in Cantono de Fila apertum in facie intendunt homines huius hoci protrahere et edificare in meliorem et grandiorem formam» – «Per l’oratorio di S. Rocco nel Cantone de Fila, atteso che gl’huomini intendano di questo ampliare e di novo quello reedificare riducendolo in stato più decente per maggio commodità del popolo che di giorno in giorno via più va crescendo …».
I lavori dovettero essere subito iniziati, perché nella Visita Pastorale del 1676 si legge: «Per l’Or.io di S. Roccho s’ordina di perfettionare la fabrica …» e lo stesso ordine si ripete in quella del 1681. Ma i frazionisti probabilmente non pativano il freddo e dovevano avere una fobia per il chiuso, perché nel 1692 il muro di facciata era ancora mancante e il Vescovo lo interdiva: «Visitatum fuit orat.um sub titulo S. Rochi in Cantono dicto del Fila … valde provisum de paramentis …; habet capsulam pro preponendis suppellectilibus, ac etiam stabilia que locantur omnibus inclusis ad libras viginta quinque … Jnterim Orat.um hoc eo quod non tutum est a temporis adversitate et personarum accessu, sed tantum cancellis ligneis anteriori in parte munitum donec muro formetur et tutetur interdictur nec ulterius celebretur».
Un inventario del 1669 attesta che sull’altare si trovava «un quadro in cui (era) dipinta la Verg. Santissima con il bambino in Bratio Santo Pietro e Santo Rocho». All’inizio del secolo scorso si pensò di ricostruirlo in forme più ampie, ma i lavori si arrestarono al presbitero. Nella relazione parrocchiale del 1837 si dice che aveva ancora le pareti rustiche perché era stato ingrandito pochi anni prima. Si edificò pure una piccola sacrestia, che conserva un elegante turibolo di ottone traforato (secolo XVIII). Al ’700 risale pure la tela raffigurante il Santo Patrono, con un gruppo di appestati, malamente restaurato, il cui autore sembra debba essere ricercato tra i Lace di Andorno. Recentemente il presbitero è stato dotato di altare marmoreo rivolto verso il popolo e tutto l’interno fu restaurato e decorato.







