
L’ORATORIO DI S. BERNARDO SUL MONTE RUBELLO
Nel passato fu certamente l’oratorio più importante di Trivero, in quanto una tradizione vuole che sia stato eretto per voto dai Triveresi nel secolo XIV a ricordo della vittoria contro fra Dolcino. La storia documentata arriva però solo al 1448, ad uno scritto, in cui si attesta che l’oratorio era dedicato alla Madonna e ai SS. Bernardo e Grato: «Item pro capella de monte Sancte Marie et SS. Grati et Bernardi que est unita suprascripte ecclesie (Triverii)». Questo documento e la presenza di una statua lignea della Vergine sopra l’altare ancora nel 1573 lasciano supporre che il primitivo titolo del sacello fosse quello di S. Maria.
Il 15 giugno di ogni anno salivano a questo oratorio le processioni di diversi paesi, tra cui Trivero, Mosso, Coggiola, Cossato, Portula, Bulliana, Crevacure, Curino, Mortigliengo, tutte località che ebbero a lottare contro fra Dolcino. Ora è rimasta solo più la comunità di Trivero, che compie il suo voto nella prima domenica di luglio, essendo state abolite nel 1782 le processioni degli altri paesi.
Le Visite pastorali incominciano a descrivere l’oratorio di S. Bernardo dal 1573 in avanti. Nella prima sta scritto: «Visitata fui capella S.ti Ber.di in summo jugo MOntis Triverij, fornice tecta, longa brachia XI, muro interiecto divisa in duos aditus, ex elemosinis constructa ob devotionem hominum. Nunc etiam quum fulgure de celo tacta ruinam minabatur, ab eisdem reficitur. Jtur ad eam quatuor in anno videlicet die festo S.ti Grati, quibus in ea fiunt sacra a sacerdotibus loci frequentiss.° populo. Jn interiori aditu est altare, non ornatum, cum bradella lapidea, et lapide magno impolito intus incluso non sacro. Super ipsum altare est imago B. V. lignea puer, in ulnis gestantis rustico more elaborata, et imago S.ti Ber.di cum demone catenis vincto satis indecenti. Fornix interior est pictus varijs imaginibus consumptis.
Habet duas fenestellas in ipso muri altaris parvas et angustas. Nulla est bradella, neque ornatus altaris, sed quoties opus est deferentur omnia necessaria ex loco ubi asservantur ob timorem latronum. Pavimentum est consumptum et tota ecc.a immunda et incomposita … Clauditur interior fornix porta lignea duplici et sera. Exterior fornix hominibus et pecudibus patet, sed refecta ecc.a claudi debet. Est in eo a parte sinistra altare coniunctum parieti, altum a terra brachia 4, latum et longum tria, gradu ante ipsum adiecto altitudinis brachij unius … valde impolotum, absque imaginibus, in quo celebrare interdum consuevit ob comoditatem populi, qui intra secundum capelle fornicem contineri non possit ob loci angustiam. Non sunt campane, nec campanile. Distat ecc.a a loco per duo miliaria».
Questo documento è di capitale importanza perché fa menzione delle statue lignee della Madonna e di S. Bernardo, delle quattro festività celebrate ogni anno nei giorni dedicati a S. Bernardo, a S. Margherita, a S. Anna e a S. Grato, della struttura muraria, che racchiudeva due cappelle, una addossata all’altra, però con orientamento diverso, come si può desumere dalla posizione dei relativi altari. La funzionalità di quella che viene chiamata cappella esteriore, che era officiata solo quando vi era grande concorso di popolo, fa pensare che quest’ultima sia stata edificata in epoca posteriore all’altra. Ricorda un po’ Oropa, dove all’antico sacello si era addossata una seconda chiesa più ampia. Anche a Trivero, come ad Oropa, il sacello era frescato con immagini di diversi santi.
Altra interessante descrizione è contenuta nella Visita Pastorale del 1606: «Visitavit oratorium S. Bernardi … super monte absque titulo et redditu, fornicatum aliqua ex parte pavimentatum. Altare est breve et aliqua ex parte dirutum, nudum et omnidus desttutum cum bradella confracta, absque Jcone et sepimento, et nulla habet paramenta. In media oratorij est murus cum ostio sine valvis omnino diruendus, sicuti destruendum est altare inter predictum murum et frontem oratorij positum. Muri interiores et fornix item sunt calce dealbandi. Jn muro recto altare posito sunt due fenestre muro tenui clause … Murus in oratorio positus altitudinis trium pedum est diruendus. Jn fronte oratorij sunt due fenestre humiles muro obturande. Porta habet valvas indecentes cum pesulo absque clavi. Jn eius fronte desideratur crux lignea. Minister huius oratorij est Joannes calera de triverio. Jn festo S. Bernardi fit Missa hic cum cantu et singulis huc accedentibus datur a miniastro pro tempore panis unus tam mari quam femine qui erunt ad quatuor millia. Jn festis S. Grati, S. Margharite, S. Marie Magdalene tenetur saltem unus ex unaquaque familia triverij huc accedere et misse interesse unicuique abdenti pena unius libre olei pro lampada Sant. Prohibetur celebratio donec etc. Relatum est in festo S. Bernardi saltationes fieri et choreas duci in fronte oratorij post missam quod non est ferendum, item relatum est a tribus annis ut citra saltationes huiusmodi factas fuisse tempore celebrationis misse. Supra porta nulla sunt sacre Jmagines, et murus exterior frontis est nudus».
Anche a S. Bernardo, come capitava per altre chiese del Biellese, si distribuiva un pane a tutti i partecipanti alla festa del titolare, i quali raggiungevano la cifra, tra uomini e donne, di quattro mila. Come pure conferma l’origine votiva dell’oratorio l’obbligo ad un rappresentante di tutte le famiglie di essere presente alle celebrazioni in onore di S. Grato, S. Margherita e S. Maria Maddalena. Non mancavano i soliti quattro salti in famiglia dopo la Messa, e qualche volta anche durante la Messa, che il Vescovo cercava di proibire.
L’oratorio del 1606 era ancora formato dalle due costruzioni e si ordinava di demolire i muri divisori per formare una sola chiesa più ampia. Dai dati contenuti in un libro dei conti sembra che l’oratorio sia stato subito dopo riedificato. Infatti nel resoconto di Bernardino Ubertallo, priore dell’oratorio di S. Bernardo nel 1618, si trova che spese duecento fiorini «jn tante lose per coprirlo et calcina per redificarlo».
Durante la Visita Pastorale del 1661 l’oratorio non potè essere visitato a causa della stagione quasi invernale, ma dalla descrizione che il parroco fece al Vescovo si deve dedurre che i lavori erano ormai ultimati e si continuava l’usanza della distribuzione dei pani confezionati con biada, offerta dalla popolazione di Trivero: «Adest Capella sive sacellum sub tit.° S. Bernardi Archid.ni situm in cacumine montis Aquilonem versus, quod non visitavit ob viam maxime periculosam et prope inaccessibilem hyemali tempore. R. Parrochus et homines ferunt esse fornicatum et ianua rite clausum, in eo reperiri solum. Altare cum petra sacrata cetera vero ad celebrationem necessaria defferri ab Ecc.ia Parro.li in die festivitatis eiusdem Sancti xma V. junij jn qua illuc accedunt non tantum populus d.i loci, sed etiam moxij, Mortiliengi et Cossati et aliorum devotionis causa processionaliter et in eo celebrantur pliures missa nec non erogatur panis ponderis unius libre cum dimidia pro quolibet illuc cuipp. persone acced.ti ita ut distribuantur fere tria milia panum qui conficiuntur ex elargitione siliginis per homines eiusdem loci facta».
In questo documento si ricordano pure le processioni votive di Mosso, Mortigliengo e Cossato e nella Visita Pastorale del 1665 si accenna alle origini dell’oratorio connesse con le vicende di fra Dolcino: «Visitavit media persona Can. Theologi et mei notarij sublimem et altissimum montem jn quo est Oratorium S. Bernardi antiquis temporibus Asylum Pessimi Heresiarche fratris Dulcini Ducis jnique et diabolice gentis Gazzerorum nuncupatum, qui usque ad sidera videtur caput extollere; jbique oratorium nudum omni bus carens sed omnia deferuntur a Parochiali quoties ibi celebratur nempe quater in anno, diebus festis S. Bernardi, S. Margaritte … (manca), Bona nula, obligationes nulle, elemosine autem pauce et hec non nisi per questuationes expressas que illico jnsumuntur. Jn Eccl.ia autem ob twmporis jniurias quibus subiacet nihil penitus reperitur excepta Cruce quia tabule, jmmagines et cetera huiusmodi temporis jniuria statim consumuntur». Il citato libro dei conti ci fa sapere che nel 1658 era stato dotato di confessionale e nel 1672 di una cornice per il quadro di San Bernardo.
L’uso della distribuzione del pane e delle processioni «ex voto Comunitatis» era ancora in auge nel 1692. Col tempo anche questo oratorio incominciò a far sentire il peso degli anni e il logorio delle intemperie. Nel 1837 gli abitanti di Trivero decisero di demolirlo e di costruirne uno nuovo. Un manoscritto del tempo ci fornisce l’ultima descrizione dell’oratorio, prima dell’abbattimento: «La chiesa di S. Bernardo è costruita di grosse pietre e mattoni con buona calcina a doppio coperto di tegole …, di figura quadra, longa, ad una sola navata, ed al muro verso levante vi è eretto l’altare con un sol gradino e senza alcun ornamento né suppellettile … né quadro né pittura che ivi sia permanente ma quando va il popolo di Trivero in processione o si sappia che altro popolo circonvicino desideri andare in processione alla detta chiesa, resta obbligato il sacrestano di Trivero a caricarsi il quadro, che è una pura tela dipinta e senza cornice, che perciò si ravvolge attorno ad un legno tondo fatto a bella posta, con tutti gli altri utensili necessari per addobbare l’altare e vasi e le altre cose sacre per celebrare la santa Messa …; nella facciata della chiesa a ponente vi è la sua porta, ma senza di che chiuderla, e perciò resta sempre aperta. La chiesa è longha circa piedi 15, larga 10 circa e alta di volta 16 in 18 piedi con una finestra che è rivolta verso il meriggio».
La decadenza di questo antico oratorio era iniziata alla fine del secolo XVIII, a causa delle note vicende politiche del tempo, con la proibizione delle tradizionali processioni, eccezion fatta per quella di Trivero. Ma anche questa ben presto andò in disuso. Nel 1837, trovandosi mons. G. P. Losana in Visita Pastorale a Trivero «con eloquente energico discorso destò negli animi il desiderio del rinnovamento di tale festività, stabiliva di recarsi su questo monte per visitare sul luogo quest’oratorio, ed i Triveresi volenterosi accorrevano per la salita di Monsignor Vescovo fissata per giorno 23 agosto …
Con lodevole prestazione gratuita di buona parte della mano d’opera e de’ materiali necessari essendosi dagli abitanti di questa Parrocchiale Matrice adempito a quanto importava il Venerato decreto sotto la direzione del Sig. Geometra Michele Castelli zelantissimo promotore dell’opera, l’Amministrazione Parrocchiale e Comunale faceva ricorso a Monsignor Vescovo perché a glorioso compimento dell’opera stessa si degnasse di trasferirsi su questo monte per la benedizione della nuova Chiesa …». Il 16 luglio 1839 il Vescovo era a Trivero «e la sera dal piazzale assisteva … all’accendimento delli ordinatamente ben disposti falò che illuminavano li dorsi de monti vicini, e dei fuochi artificiali … La mattina seguente alle quattro si incamminava processionalmente a questa volta la popolazione delle Par.le Matrice di Trivero cantando le Litanie de’ Santi e la raggiungeva Monsignor Vescovo … Giunto a quest’oratorio dava principio alla solenne benedizione della novella Chiesa e tabernacolo … compita la quale recitò un elegante discorso dalla facciata della Chiesa … il rev. D. Paolo Gagliardini arciprete e vicario foraneo di Andorno … Terminato il quale Monsignor Vescovo celebrava il primo incruento Sacrificio sul novello altare e dopo breve energica omelia riceveva le generose oblazioni degli accorrenti dando loro il bacio della pace colla Sacra Reliquia di S. Bernardo … che monsignor ottenne dalla Cattedrale di Novara … Dopo il pranzo preparatosi nella camera superiore dell’oratorio, cantati i Vespri, Monsignor Vescovo … compartì la benedizione col Venerabile …».
L’edificio, oltre la chiesa, comprende anche alcune camere, alcuni anni fa restaurate dal conte Zegna. La facciata è orata di porticato e la porta d’entrata è sormontata dalla seguente iscrizione: D.O.M. et D. Bernardo – hoc sacrum monumentum – supremae cladis ibidem Dulcino illatae – religioni reiq. pub. teterrima molienti – avorum fortitudinis nepotum grati animi – testimonium – auctore et auspice Ep.° Losana – Triverensium et accolarum pietas – xvii jul. MDCCCXXXIX. Sull’altare si collocò un quadro, dipinto dal Ciancia nel 1867 sostituito da una statua nel 1909 ed attualmente è officiato nel periodo estivo. Ha una piccola sacrestia dietro l’altare e le sue pareti sono ornate di ex voto, tra cui uno del 1870 della parrocchia di Bulliana.











